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I Quaderni di Webimpossibile: la Televisione Digitale accessibile

Esercizi di stile

Un uomo (il narratore) incontra su un autobus un ragazzo dal collo lungo e magro, che indossa uno curioso cappello. Il ragazzo scambia qualche parola con un passeggero e poi prende posto su un sedile. Più tardi il narratore incontrerà di nuovo il ragazzo, intento in una conversazione con un amico a proposito di un bottone del suo soprabito. In Esercizi di stile Raymond Queneau ricava novantanove variazioni da questo banale fatto quotidiano: “Queneau ha inventato un gioco e ne ha esplicitato le regole nel corso di una partita, splendidamente giocata nel 1947. Fedeltà significava capire le regole del gioco, rispettarle, e poi giocare una nuova partita con lo stesso numero di mosse” scriveva Umberto Eco nell'introduzione all'edizione Einaudi del 1983, da lui tradotta. Esercizi di stile offre lo spunto per provare a declinare la legge 9.1.2004 n. 4, "Disposizioni per favorire l'accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici", in modi diversi da quelli che siamo soliti percepire o leggere. Non certo per il gusto di svolgere, per l'appunto, un esercizio di stile - Queneau non sarebbe d'accordo - quanto piuttosto per saggiare l'universalità declamata nel secondo comma dell'articolo 1:

è tutelato e garantito, in particolare, il diritto di accesso ai servizi informatici e telematici della pubblica amministrazione e ai servizi di pubblica utilità da parte delle persone disabili, in ottemperanza al principio di uguaglianza ai sensi dell'articolo 3 della Costituzione.

Legge Stanca e strumenti informatici

Nel giugno del 2005 Patrizia Bertini mi fece una semplice domanda:

Le applicazioni digitali possono essere considerate "strumenti informatici", oppure passano a "strumenti informativi" o qualsiasi altro mezzo e quindi non soggetti alla 4/2004? Si riferisce quindi solo al web oppure a tutti gli strumenti della Società dell'informazione?

La risposta fu:

Ti confermo velocemente che la legge Stanca, non contenendo una prescrizione generale che ne indichi la sfera di applicazione oggettiva, può applicarsi ad altri ambiti, diversi da Internet.

Da lì prese il via un lavoro a più mani che avrebbe dovuto concretizzarsi in un e-book sulla applicabilità della legge Stanca alla Televisione Digitale, uno dei media su cui le pubbliche amministrazioni stanno maggiormente puntando per ridurre il digital divide. Il progetto non si concluse: il lavoro giuridico era però completato. Pur non essendo pensato per una resa attraverso pagine html, non divulgarlo sembrava un peccato. Per questo motivo si è deciso di pubblicarlo in formato pdf nella forma di Quaderno, inaugurando così una nuova veste editoriale [trovate il link per scaricarlo in fondo a questa pagina].

Legge Stanca e Televisione Digitale

La risposta alla domanda Cosa della legge Stanca si applica alla Televisione Digitale è, tutto sommato, semplice ed è riassunta nella tabella analitica di verifica nel capitolo 3: alcune disposizioni sono applicabili, altre no. Di queste, alcune non lo sono per ragioni strutturali. Altre lo sarebbero, ma non lo sono per il fatto di essere state implementate in sede di disposizioni attuative avendo Internet come pressoché unico interlocutore. Più complessa è la risposta alla domanda Perchè la legge Stanca si applica alla Televisione Digitale: per rispondere bisogna ricostruire l'impianto normativo vigente in tema di accessibilità (capitolo 2, Accessibilità: cosa dice la legge?) e definire il campo di applicazione della legge Stanca (capitolo 3). Ancora queste risposte non sono esaurienti: esse tracciano il paesaggio normativo, non le sue premesse né la direzione. Le prime sono tracciate nel capitolo 1 (Un nuovo accesso alle informazioni), la seconda nel capitolo 4 (Conclusioni). Come Giovanni Acerboni conclude nell'ultimo intervento pubblicato su questo sito, se la direzione della comunicazione della pubblica amministrazione è la multicanalità, è importante comprendere come solo normative fondate su approcci scientificamente corretti possono rivelarsi efficaci. La complessità e la varietà dei canali di comunicazione richiede competenze e approcci non comuni: la legge Stanca muove da un assunto validissimo, ossia che nel momento in cui vengono posti in essere servizi interattivi connotati elementi di pubblica utilità o di pubblico interesse, essi debbono essere utilizzabili da chiunque, indipendentemente dagli standard di riferimento del medium utilizzato, perché l’accessibilità intesa come standard è uno, e uno soltanto, degli aspetti dell’accessibilità come valore. Il problema nasce nel momento in cui le norme che recepiscono, o dovrebbero recepire, questo principio vengono riposte in un contenitore normativo che rinvia, per motivi che qui non interessa esaminare, la loro concreta attuazione a disposizioni tecniche, con il rischio che esse riflettano non i valori che sottintendono la normativa ma l'impostazione culturale e la formazione dei loro estensori. Il che non sarebbe poi un gran danno, potendo i decreti attuativi sempre riscriversi, se non fosse che quando si tratta di disposizioni gravemente parziali esse impediscono l'attuazione della disposizione di cui costituiscono attuazione con riferimento agli ambiti non trattati. Il che è quanto accade con la legge Stanca nei confronti della Televisione Digitale. Inizio articolo

La Televisione Digitale accessibile

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Il Quaderno La televisione digitale accessibile è disponibile in formato PDF [306,44KB] a questo indirizzo:

Date le problematiche connesse alla accessibilità ai non vedenti dei file PDF, del Quaderno La televisione digitale accessibile è disponibile una versione accessibile in formato html, priva di formattazione, a questo indirizzo:

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